lunedì 12 settembre 2011

BOOM DI BICI ELETTRICHE IN ITALIA

Vendite a quota 50 mila: possono viaggiare fino a 25 Km orari e percorrere fino a 90 km con le batterie cariche




MILANO - Un po' bici, un po' motorino: L'ibrido perfetto. I tecnici la chiamano «bicicletta a pedalata assistita». I modaioli osano «eco-bike». Per tutti, sbrigativamente, è la bici elettrica. Nome a parte, è la combinazione di forza umana ed energia elettrica. Lo scopo è alleggerire (non eliminare) le fatiche dei ciclisti cittadini. In giro se ne vedono ancora poche, ma c'è chi è pronto a scommettere sul boom.
Il motivo è intuibile: diminuiscono lo sforzo rispetto a una bicicletta tradizionale, sono facili da usare e soprattutto non richiedono assicurazioni, patente e casco. Tutte quelle cose che complicano la vita di chi acquista un ciclomotore, il concorrente diretto. Per differenziarsi da quest'ultimo, devono però rispettare alcuni limiti. Una velocità massima di 25 km/h e una potenza del motore non superiore a 250 Watt. Inoltre, la spinta meccanica può essere attivata soltanto dalla pedalata: l'acceleratore è bandito e una volta raggiunta la «velocità codice» il propulsore elettrico, che è solo un aiuto, viene disinserito automaticamente.
In Italia il fenomeno sta crescendo. «Oggi se ne vendono circa 40-50mila unità l'anno, ma cinque anni fa il mercato era praticamente a zero», spiega Massimo Panzeri dell'Atala, storico produttore di due ruote a pedali. Nel nostro Paese i marchi di punta si contano sulle dita di una mano, ma in Olanda e in Germania c'è una realtà consolidata che vale alcune centinaia di milioni di euro. Con margini quasi certi di crescita. I problemi ambientali della città faranno da volano alle vendite che già raggiungono le 150mila unità nel primo caso e sfiorano le 200mila nel secondo. Bisogna inoltre considerare lo sviluppo tecnico che ha reso più fruibile il prodotto, migliorandone anche l'estetica. I primi esemplari sembravano delle bici da lavoro, sgraziate e pesanti. I modelli di oggi sono identici alle bici totalmente muscolari, ma pesano in media 25 kg.
Le batterie, sempre più piccole, sono celate nel portapacchi; il motorino, quasi invisibile, è nascosto nel mozzo della ruota. Il resto, qualche cavo in più e un piccolo computerino sul manubrio, quasi non si vede. I modelli più costosi raggiungono i duemila euro. O sfiorano i tremila, come nel caso della nuovissima Smart ebike, in mostra addirittura nei prossimi giorni al Salone dell'auto di Francoforte. Ma anche con 900 euro è possibile acquistare un modello completo di tutto quello che serve. La discriminante tecnica sono le batterie: al piombo, quasi in disuso, ma più economiche, o al litio, più leggere ed efficienti, ma più costose. Si ricaricano attaccandole a una presa comune, tipo telefonino. In molti casi, dopo averle staccate dal supporto del telaio. L'autonomia varia da 40 a 90 km, comunque sufficienti per la città. Molti esemplari offrono un'elettronica di gestione, che controlla lo stato di carica e permette di regolare la potenza del motore, scegliendo tra modalità sportiva ed economica. Una finezza in più, per risparmiare un po' di fiato quando serve.

fonte: http://motori.corriere.it/motori/varie/11_settembre_12/lorenzi-pedalare-biciclette_ce76121c-dd1d-11e0-a93b-4b623cb85681.shtml